Osteopatia2018-06-26T14:15:13+00:00

Cos’è l’Osteopatia

L’osteopatia è un sistema di diagnosi e trattamento che pur basandosi sulle scienze fondamentali e le conoscenze mediche tradizionali (anatomia, fisiologia, ect..) non prevede l’uso di farmaci né il ricorso alla chirurgia, ma attraverso manipolazioni e manovre specifiche si dimostra efficace per la  prevenzione, valutazione ed il trattamento di disturbi che interessano non solo l’apparato neuro-muscolo-scheletrico, ma anche cranio-sacrale (legame tra il cranio, la colonna vertebrale e l’osso sacro) e viscerale (azioni sulla mobilità degli organi viscerali).

Inoltre a differenza della medicina tradizionale allopatica, che concentra i propri sforzi sulla ricerca ed eliminazione del sintomo, l’osteopatia considera il sintomo un campanello di allarme e mira all’individuazione della causa alla base della comparsa del sintomo stesso.

Definizione del “World Osteopathic Health Organization” (WOHO)
L’osteopatia è un sistema affermato e riconosciuto di prevenzione sanitaria che si basa sul contatto manuale per la diagnosi e per il trattamento. Rispetta la relazione tra il corpo, la mente e lo spirito sia in salute che nella malattia: pone l’enfasi sull’integrità strutturale e funzionale del corpo e sulla tendenza intrinseca del corpo ad auto-curarsi. Il trattamento osteopatico viene visto come influenza facilitante per incoraggiare questo processo di auto-regolazione.  I dolori accusati dai pazienti risultano da una relazione reciproca tra i componenti muscolo-scheletrici e quelli viscerali di una malattia o di uno sforzo.

“Ho pensato che l’osso, osteon, fosse il punto da cui dovevo partire per accertare la causa delle condizioni patologiche e così ho messo insieme “osteo” con “patia” e ho ottenuto Osteopatia”.
(Still, A.T. Autobiografia, 1897, p.98)

 “L’osteopatia è la regola del movimento, della materia e dello spirito, dove la materia e lo spirito non possono manifestarsi senza il movimento; pertanto noi osteopati affermiamo che il movimento è l’espressione stessa della vita”.

(Still, A.T., 1892)

 

I principi dell’osteopatia

Unità del corpo
Come metodologia olistica (dal greco olos=tutto) l’osteopatia considera l’individuo nella sua globalità: ogni parte costituente la persona (psiche inclusa) è dipendente dalle altre e il corretto funzionamento di ognuna assicura quello dell’intera struttura, dunque, l’equilibrio psicofisico e il benessere.

Relazione tra struttura e funzione
Un corretto equilibrio tra struttura e funzione regala al nostro corpo una sensazione di benessere. Qualora tale equilibrio venga alterato (a causa di un trauma per esempio) si parla di disfunzione osteopatica, ossia di una restrizione di mobilità e perdita di movimento in una parte del nostro corpo (ossa, muscoli, organi, etc..).

Autoguarigione
In osteopatia non è il terapeuta che guarisce, ma il suo ruolo è quello favorire la capacità innata del corpo ad auto curarsi.

Le tecniche osteopatiche

Il trattamento osteopatico può avvalersi di numerosi metodi e tecniche di trattamento. Gli osteopati le utilizzano indifferentemente in funzione delle necessità terapeutiche.

Una classificazione possibile è quella che fa riferimento a queste tre grandi famiglie:

Tecniche cranio-sacrali
Le tecniche craniali agiscono sul movimento di congruenza fra le ossa del cranio e il sacro, ristabilendone il normale “meccanismo respiratorio primario”, ossia quella combinazione di parti ossee, legamentose, muscolari, e fasciali che consentono il riequilibrio e l’armonia delle funzioni craniosacrali.

Con queste tecniche si agisce in particolare sulla vitalità dell’organismo, qualità fondamentale che permette agli esseri viventi di reagire con efficacia agli eventi di disturbo provenienti dall’ambiente esterno e da quello interno.

Le tecniche viscerali 
I visceri si muovono in modo specifico sotto l’influenza della pressione diaframmatica. Questa dinamica viscerale può essere modificata (restrizione di mobilità) o scomparire. Applicando una tecnica specifica, l’osteopatia permette all’organo di trovare la sua fisiologia naturale ed i disordini legati alla restrizione di mobilità saranno così corretti. Inoltre esiste da un punto di vista anatomico e funzionale una relazione tra i visceri e la struttura muscolo-scheletrica; una cattiva funzione della struttura (colonna vertebrale), può influenzare uno o più visceri e viceversa. Si possono trovare, in persone che soffrono di mal di schiena, problemi di mobilità del fegato, del colon, del rene o dell’utero. Il trattamento osteopatico mira, attraverso l’addome ed il diaframma, a ristabilire una buona mobilità viscerale.

Tecniche strutturali
La tecniche strutturali sono definite tali poiché ristabiliscono la mobilità della struttura ossea. La specificità e la rapidità delle manipolazione consente il recupero della mobilità articolare. Hanno una forte influenza neurologica, oltre che puramente meccanica, in quanto favoriscono l’emissione di corretti impulsi dalle e alle terminazioni della parte trattata.

Cenni di storia dell’Osteopatia

Il 1874 è considerato l’anno di nascita dell’osteopatia. Andrew Taylor Still (1828-1917), un medico americano, ne formulò a suo tempo il concetto e nel 1892 aprì la prima scuola di formazione in osteopatia, la “American School of Osteopathy” (scuola americana di osteopatia), con sede a Kirksville, una cittadina del Missouri.

Evidentemente, Still riuniva nella sua personalità la profonda fiducia nell’efficacia degli eventi naturali, un atteggiamento di ricerca sempre curioso e la capacità di osservazione critica dello spirito dell’epoca, nonché forza di persuasione e tenacia nel dibattito con le autorità. Inoltre, possedeva la mano sicura e l’empatia che caratterizzano l’osteopata di successo.

Nei propri scritti, Still non ha formulato un concetto teorico di osteopatia che non potesse essere allargato. Eppure, in questi troviamo tutte le nozioni basilari per i nostri trattamenti osteopatici attuali. Nei suoi lavori vengono sviluppati i fondamenti dell’osteopatia descritti qui sotto. Ancora oggi, gli studenti e le generazioni successive continuano a mettere in pratica le sue riflessioni che descrivono in maniera precisa le relazioni anatomiche, fisiologiche e biomeccaniche. Still non faceva una distinzione tra osteopatia strutturale e viscerale, e anche il sistema craniosacrale non viene nominato nei suoi scritti. Consideriamo l’evoluzione dell’osteopatia fino a oggi come uno sviluppo delle idee di Andrew Taylor Still, che ha elaborato lo schema di base e il concetto di osteopatia e che ha formato la prima generazione di allievi.

Al nome di William Garner Sutherland si collega lo sviluppo dell’osteopatia cranica come parte integrante del concetto di osteopatia. Sutherland stesso fu allievo di Still. Per tutta la vita si occupò dell’elasticità e della mobilità del cranio e sviluppò a questo riguardo delle teorie che ancora oggi sono alla base della ricerca e dello sviluppo .

L’osservazione differenziata degli organi nei loro rapporti strutturali e funzionali reciproci e anche nei rapporti con i tessuti circostanti fu descritta come campo dell’osteopatia allo stesso livello della sfera strutturale e di quella craniosacrale soltanto circa vent’anni fa. Lo sviluppo della cosiddetta “osteopatia viscerale” è legato al nome di Jean Pierre Barral.

I fratelli Littlejohn, appassionati di osteopatia prima in qualità di pazienti e successivamente come allievi, portarono la nuova scienza in Gran Bretagna, dove nel 1917 fondarono la “British School of Osteopathy” (scuola britannica di osteopatia).

Oggi le scuole che offrono una formazione seria e completa si sforzano di trasmettere ai propri allievi tutte le nozioni necessarie per esercitare l’osteopatia come la intendeva Still e secondo lo stato delle conoscenze mediche attuali.

Nel 2002 L’osteopatia è stata riconosciuta dall’OMS

Nel 2002 l’osteopatia viene riconosciuta dall’OMS – Organizzazione Mondiale della Sanità – a titolo di partecipazione al mantenimento della salute e inserita tra le Medicine Non Convenzionali.

Attraverso suoi documenti l’OMS indica di avviare politiche nazionali volte ad integrare le medicine non convenzionali nel sistema sanitario e di uniformare quanto più possibile le legislazioni.

Le istituzioni sanitarie italiane non sono ancora in linea con tali direttive, pertanto alcune iniziative di legge volte al riconoscimento giuridico dell’osteopatia si trovano in fase di approvazione dal parlamento.

In Italia il 31 gennaio 2018 l’osteopatia viene individuata come professione sanitaria autonoma (Legge 3/2018). Attualmente il Ministero della Sanità sta lavorando sui decreti attuativi.

L’osteopatia è regolarmente riconosciuta in Inghilterra, Belgio, Francia, Finlandia, Svizzera, Portogallo, Danimarca, Regno Unito, USA, Canada, Australia, mentre in molti Paesi è in fase di regolamentazione.